Per valorizzare adeguatamente questo prodotto, dal punto di vista di ciò che oggi viene chiamato marketing, è nata nel 2008 un'associazione composta di 14 soci fondatori, tutti viticoltori locali.
L'associazione ha prima di tutto creato un marchio che dovrà essere garanzia di eccellenza, in quanto tutti i produttori si sono impegnati a rispettare il disciplinare e a mantenere un alto standard qualitativo. Per integrare il prodotto con il territorio, l'associazione ha aperto all'interno del borgo, un'enoteca, aperta durante il weekend, con vendita e degustazione del Vin Santo e degli altri vini locali, in abbinamento a formaggi e ai salumi dop piacentini: coppa- pancetta e salame.
Questo dovrà costituire una vera e propria vetrina che avrà come bacino di utenza il flusso dei visitatori del borgo. Già i primi riscontri sono molto positivi, c'è curiosità e interesse nei confronti del Vin Santo e nonostante il prezzo elevato è soddisfacente il numero di bottiglie vendute.

L'associazione ha inoltrato la richiesta alla Comunità Europea per la variazione del disciplinare di produzione del Vin Santo di Vigoleno del 1996, in modo che esso preveda, come già realmente accade, l'utilizzo per almeno il 60% dell'uva dai vitigni autoctoni di Santa Maria e Melara, e la proibizione all'utilizzo dell'anidride solforosa né in vinificazione né in imbottigliamento.
Questo dovrebbe portare ad avere un vin santo con caratteriste più uniformi, e quindi più riconoscibile nel suo complesso, sia agli addetti ai lavori, che al pubblico e renderlo di conseguenza più commerciale. Sicuramente anche la produzione dovrà però essere incrementata per evitare di non riuscire ad evadere l'eventuale aumento della domanda.
È già attivo anche il sito internet: www.vinsantodivigoleno.it.