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Il borgo fortificato di Vigoleno sorge sul crinale che separa la Val D'Ongina dalla Val Stirone, in comune di Vernasca (nella parte più orientale della provincia di Piacenza al confine con Parma). Secondo gli storici il nome deriverebbe dal Latino "Vico Lieo" ovvero Villaggio dedicato a Bacco il dio romano del vino, a testimonianza dell'antica tradizione vitivinicola del luogo. Un castello destinato a fungere da avamposto verso Parma e a controllare le strade dirette verso Bardi e Borgotaro doveva già esistere fin dal X secolo, ma la fortificazione viene ampliata quando entrò in possesso, alla fine del duecento, degli Scotti, potente famiglia piacentina guelfa che aveva costruito la propria fortuna sulle attività mercantili e bancarie. Essi ne fecero un punto di forza della loro indiscussa autorità politica. Nel corso del trecento il borgo fu teatro di episodi di guerra e nel 1370 fu distrutto. La ricostruzione nel 1389, che nelle linee essenziali vediamo ancora oggi, è opera degli stessi Scotti, che vennero infeudati nel 1404 Conti di Vigoleno e che salvo per brevi periodi tennero il castello fino al primi anni del 900. Nel 1921 fu acquistato da Maria Ruspoli di Gramont che ne fece uno dei salotti intellettuali dell'epoca e a cui si deve la realizzazione del piccolo teatro che si trova all'interno del castello palazzo e che fu realizzato dal pittore russo Alexandre Iacovleff.

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L'unico accesso al borgo è attraverso il rivellino, ovvero una fortificazione di forma allungata che serviva a proteggere la porta vera e propria ed a facilitare le sortite.

Quello che colpisce del borgo è sia l'eleganza delle forme, sia l'eccezionale integrità dell'impianto castrense, che seppure con qualche trasformazione, ha mantenuto pressoché inalterate nel tempo le imponenti mura merlate, percorse interamente dai camminamenti di ronda a protezione e difesa del nucleo abitativo interno.

Il cuore del borgo è la piazzetta della fontana, dominata dal mastio quadrangolare, dotato di feritoie, beccatelli e merli alla ghibellina da cui parte un ampio camminamento di ronda che porta alla seconda torre del borgo, in prossimità della quale sorge la parte residenziale del castello-palazzo. Sulla piazzetta si affaccia anche l'oratorio seicentesco della Madonna delle Grazie o del Latte, cappella privata della famiglia Scotti ed ora spazio utilizzato per convegni, concerti e mostre

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In prossimità delle mura orientali, si trova invece la Pieve di San Giorgio, l'edificio più antico all'interno del borgo, risalente al XII secolo, un tipico esempio di architettura romanica sacra con il suo impianto a tre navate che terminano con le absidi semicircolari e la torre campanaria quadrangolare. Il portale d'ingresso, decorato con fregi e telamoni è sormontato da una lunetta scolpita raffigurante San Giorgio che uccide il drago, mentre l'interno notevolmente integro nelle sue forme originarie, presenta possenti colonne in pietra e capitelli scolpiti con motivi vegetali e figure antropomorfe. La decorazione pittorica, risale al XV secolo, anche se solo parzialmente recuperata, ci fa immaginare una chiesta completamente affrescata, nelle navate laterali, sulle colonne e nell'abside centrale dove, su probabile commissione degli Scotti, è raffigurato San Giorgio visto come un guerriero medioevale, a cavallo coperto da un armatura e con lo stemma dei crociati.

 

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Dal 2002 il borgo è stato certificato dall'Associazione nazionale Comuni Italiani come uno tra i "Borghi più belli d'Italia" ed è stato insignito della "bandiera arancione", cioè del marchio di qualità turistico ambientale per l'entroterra, dal Touring club italiano.

Fa inoltre parte dell'associazione "Castelli del Ducato" che raccoglie e promuove il turismo in 20 castelli delle Province di Parma e Piacenza.